Sole
(non
fa freddo nonostante siano i “Giorni delle Merla”)
Ascolto
W. A. Mozart – Requiem
Quest’anno
su internet sto
vedendo tanti
post
e video su Candelora (Imbolc,
Candlemass),
non
so se ce
ne siano
stati molti anche
negli anni scorsi (non
ci
ho fatto caso),
o se quest’anno è una Candelora “particolare”; per
me
la
è sicuramente e per una motivazione ben precisa.
Vorrei
anch’io scrivere qualcosa di bello su Candelora, perché è uno dei
miei sabba preferiti: alla mia personale classifica dei sabba, ci
stavo pensando ieri mentre
il bucato girulava nella macchina
lavatrice
(nota
attività stregonica settimanale ^_-).
Poi,
pensandoci, ho realizzato che il
significato religioso/spirituale/profondo/meditativo/di
preghiera
delle nostre
feste
è
un aspetto
che abbiamo trascurato un
po’, perché
dato per certo (non scontato), sicuro, sempre uguale, dando più
rilevanza all’aspetto pratico/rituale/manuale/ritualistico e
anche perché soprattutto, quando nei primi anni duemila cominciarono
a spuntare decine di sitarelli wiccan/fotocopia, non vi si trovava altro
che meri elenchi di arnesi e di sabba con relative quattro righe di
spiegazioni, tutte uguali e non abbiamo mai voluto cadere nella
stessa mediocrità; nel
significato delle feste, c’è altro che due righe di spiegazione
scopiazzate qua e la.
Negli
ultimi tempi sento la Dea molto presente nella mia vita, non ho mai
dato una personificazione precisa alla Dea, l’ho sempre pensata
semplicemente come Natura, raramente come Luna, Diana, Aradia
o
Minerva, negli ultimi tempi è semplicemente più presente e
tangibile. Ciò
mi destabilizza leggermente ma in senso buono, è come bere una
dissetante bibita frizzante al limone.
Candelora
è uno dei quattro Sabba Maggiori
della ruota dell’anno e
non a caso cade
esattamente a metà fra il Solstizio d’Inverno e l’Equinozio di
Primavera, è
come se fossimo a metà fra
il
periodo più buio dell’anno e quello in cui ci sarà un nuovo
equilibrio.
Dovrebbe essere il momento di un nuovo inizio, il
momento in cui utilizziamo le energie ritrovate e rinnovate per
realizzare noi stessi in generale o un aspetto della nostra vita in
particolare.
Siamo ancora in inverno, fa ancora freddo, ma
nell’aria c’è un cambiamento appena
percettibile:
se c’è il sole, esso tenta in qualche modo di riscaldare il mondo,
si sentono i primi cinguettii, si vedono le prime foglioline sbucare
dai tuberi sotto terra, il clima è meraviglioso.
Idealmente,
a Candelora, come
per i semi,
si prepara il terreno
per
far avverare gli intenti che abbiamo espresso, scritto su pergamena e
appeso al ramo di melo a “Inverno”.
Nella
tradizione Celtica e in tutte quelle nordiche in generale, la dea
associata a Imbolc è Brigid che, schioccando le dita, i cristiani
hanno fatto diventare Santa Brigida.
Brigid
è la dea celtica
della
creatività, della guarigione e della forgia, fu
venerata in seguito anche dai
romani che
la assimilavano a Minerva (l’ho letto su Wikipedia ^^’)
Brigid
ci aiuta a far emergere le ferite dell’anima, i blocchi che abbiamo
a causa di ciò che non abbiamo ottenuto e a
cambiare ciò
che ci fa stare male.
Ci sono due lavoretti molto belli da fare dedicati a Brigid uno è la famosa Croce di Brigid in cui quest’anno mi sono cimentata anch’io per la prima volta con un bello spago di juta che avevo in un cassetto da anni, ma si può fare con diversi materiali: le striscioline di carta, il vimini, gli steli di lavanda, le spighe di grano, lo spago e la lana, insomma tutto ciò che sia pieghevole e resistente; il secondo lavoretto è la bambolina sempre con gli stessi materiali. In rete ci sono molti consigli a riguardo.
Le
candele sono le protagoniste indiscusse di questa festa, in
questo periodo
da anni, faccio tutte le candele che mi servono, ad esempio un grosso
cero che tengo acceso durante le mie attività stregoniche
giornaliere, due ceri da altare, una candela per ogni sabba e una per
ogni esbat e così via, se
siete interessati a farvi da soli le candele, dopo
i primi due o
tre anni diventerete
bravissimi a capire
quante ve
ne serviranno
durante tutto
l’anno.
Di
solito in questo periodo in Accademia vi svelo i miei segreti pratici
sulle candele, non appena sarà possibile riunirsi ho intenzione di
recuperare tutto il tempo perso.
Un’altra
attività che sono solita praticare a Candelora, è
la presentazione degli
oleoliti
per
la guarigione come ad esempio, Angelica, Basilico, Alloro, Camomilla,
Rosmarino, Lavanda.
che
io stessa produco nel periodo estivo
I nuovi strumenti come
coltelli, bacchette, bastoni, grimori, sono altre cose che
“presentiamo” e consacriamo” a Candelora perché possano
servirci sia nel sacro cerchio che nell’attività stregonica di
ogni giorno.
Accendiamo
il fuoco e rimaniamo qualche minuto nella sua contemplazione,
bruciamo gli intenti del ramo di Melo del Solstizio di Inverno per
ottenere ciò che desideriamo.
Non
compro e non benedico semi in questo periodo, lo faccio dopo 28
giorni; mi
reco al più vicino corso d’acqua che è un torrentello appena
fuori dal paese (immaginando ahimè che sia una fonte dedicata a
Brigid) e immagino che le mie preoccupazioni e le difficoltà mie e
della mia famiglia, scorrano via lentamente con l’acqua.
Non
parlerò di corrispondenze perché non sono il mio forte, sia per
quanto riguarda colori, pietre, erbe
e decorazioni, mi lascio guidare dal momento.
Candelora
è sicuramente una delle feste più belle e significative della Ruota
dell’Anno, per me è un bel periodo proprio per il clima sia
meteorologico sia spirituale che si respira.
E anche la Candelora dobbiamo trascorrerla da soli perché non possiamo vederci ç_ç Non
vedo l’ora di poter tornare in Accademia e abbracciarvi tutti.
A
proposito vi invito a controllare la pagina Facebook dell’Accademiadelle Arti Magiche di Torino perché in sostituzione delle lezioni in
aula, stanno programmando un mare di serate su Zoom per davvero tutti
gli interessi: si va da Magia Pratica ad Arti Divinatorie, alla Magia
della Cera, a Grimorio, Libro delle Ombre
e Libro
Specchio,
alle
Pietre ai Talismani, la maggior parte delle quali, sono gratuite.
Ci vediamo su Zoom!
Sara
“Se
c’è il sole a Candelora, de l’inverno semo fora, ma se piove o
tira vento, de l’inverno semo dentro”
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