Sole caldo. Ascolto "The last Samurai Soundtrack Suite"
L’Estate
è arrivata e con essa il mio umore già provato dagli stupidi, è
finito in cantina.
Mi consola il fatto che FINALMENTE possiamo
incontrarci e celebrare insieme i misteri della Dea, cosa che farò
completamente bagnata di sudore dalla testa alle mutande. Evviva
l’estateee!
Ma
parliamo delle tradizioni di questa festa, che se non fosse il
“comple” del mio adorato Maghusello, sarei già in clausura sotto
il diffusore dell’air condition.
Una
delle attività più belle e caratteristiche
di questo periodo,
secondo me, è preparare l’Acqua di San Giovanni.
Ci
si procura un bacile largo e basso come una zuppiera e
dopo il tramonto si
riempie di acqua: il massimo sarebbe se fosse di fonte, ma ci
accontentiamo di acqua minerale, quindi vi si immergono sette erbe fresche.
Se le cercate in rete, le erbe per l’AdSG variano molto, io ho
sempre usato: Lavanda, Artemisia, Ruta, Malva, Iperico, Garofano e
Alloro; l’anno scorso, sono IMPAZZITA per trovarle tutte
soprattutto la Ruta, quindi ho giurato sui miei antenati che da
quest’anno creeremo la nostra propria tradizione e useremo ciò che
troveremo a disposizione., non
capisco perché con i campi pieni di trifoglio rosso e piantaggine,
debba impazzire a cercare ciò che non c’è.
Quando vi siete procurati sette erbe, immergetele nell’acqua, una alla volta, potete aggiungere un cristallo, un quarzo ialino, un’ametista o la
vostra pietra preferita, potete recitare una formula di ringraziamento per le erbe e/o di
consacrazione dell’acqua.
Il
contenitore si lascia all’aperto tutta la notte in modo che vi si
posi anche la rugiada (quella poca che può esserci dove
l’escursione termica tra giorno e notte non esiste più come da
noi) della notte di San Giovanni.
La mattina del 24 giungo
l’acqua avrà proprietà magiche e curative, ci si può lavare il
viso e il corpo soffermandosi sulle parti che ne hanno più bisogno,
è possibile conservarla per un anno in modo da poterla usare prima
di sabba, esbat e rituali.
Un’altra
bella attività del Sabba “del Mago beato” è quella di bruciare
le erbe secche
vecchie, conservate dell’anno precedente.
Le erbe si gettano nel
braciere, con un pezzettino di legno qualsiasi.
Anche qui, nel
momento in cui le gettate nel braciere, potete recitare una formula
di ringraziamento per le erbe per esserci state utili nell’anno
precedente.
Quando il fuoco si sarò estinto e il braciere
raffreddato, raccogliete la cenere che è rimasta dalla combustione
da
conservare fino a Novembre per
fare il sale nero e
da aggiungere negli inchiostri magici.
L’ultima
tradizione di questi giorni Solstiziali di cui vi parlo,
è la Barca
(o
Veliero) di
San Pietro.
La
sera
del
28 giugno, dopo
il tramonto, ci
si procura un
uovo dal
guscio bianco
e
l’albume si
lascia colare
lentamente
in
una brocca riempita d’acqua di fonte.
La
brocca si porta nell’orto, e si lascia tutta la notte all’aperto
vicino ai radicchi (va bene anche il davanzale di una finestra).
La leggenda dice che durante la notte, San
Pietro passa nell’orto e soffia sulla brocca facendo
apparire le vele di una barca.
La mattina del 29 si può trarre auspicio dalla forma che il
bianco dell’uovo ha assunto nell’acqua.
A
questo punto qualcuno penserà che a parlare di santi abbia perso il
senno, ma la cosiddetta “stregoneria cattolica” (è un ossimoro,
lo so), è un aspetto che, chi come me ricerca la propria
tradizione stregonesca nelle Italiche patrie, prima o poi si trova
davanti e con cui deve fare i conti. Parlarne non è così semplice.
Eccovi
alcune tradizioni di questo periodo.
Sono
attività semplici, belle
da fare da soli, ancora più belle in rituale
di gruppo,
tipiche di questo giro
della ruota dell’anno.
Non
sono antichi misteri nascosti, o
attività della congrega che non possono essere rivelate, è bello
parlare di queste tradizioni e condividerle.
Spero
che possano esservi utili e che anche voi possiate divertirvi a
praticarle da soli o con le persone care.
Passate un buon
Solstizio, io
approfitterò delle ferie estive
per
fare tutti quei lavori in casa che non si fanno mai, senza smettere
di sperimentare con i miei amati erbe e incensi.
Nei prossimi post (spero di poter essere più produttiva) continuiamo a parlare di erbe magiche.
Vi abbraccio!
Sara