Domenica 29 Novembre 2020 nuvolo variabile
Ascolto G. Rossini - La donna del lago -  Mura Felici - Marilyn Horne


Erano giorni in cui pensavo a cosa scrivere in questo mio povero bloggino (la grafica non funziona,
il testo si ammucchia, non riesco a gestirlo da iOS ecc ecc) ed era anche già un po’ che volevo parlare di incenso, che è una delle mie più grandi passioni, sia a livello magico che “ricreativo”.
Ma per parlare di incenso (che deriva dal latino "incendere", bruciare), secondo me, p
rima bisogna parlare di resine e prima ancora degli alberi che le producono.

.
Partiamo davvero da zero dicendo che
molti alberi producono resina e lo fanno principalmente per difendersi: dalle malattie, dai parassiti, da forti venti o grandi calori, dalle “ferite”, tagli o danneggiamenti fatti sulla corteccia per qualsiasi motivo.
Ma prima di occuparci di alberi tropicali, guardiamoci intorno, guardiamo le conifere: Abeti, Cedri, Larici, Pini, Ginepri e Cipressi, le loro resine, per profumo e composizione, non hanno nulla da invidiare a quelle esotiche di cui ci siamo innamorati negli ultimi due decenni.
È possibile apprezzare ed usare le resine degli alberi autoctoni come e con gli stessi risultati di profumazione
o purificazione, per la meditazione o per la guarigione, basti pensare ai poteri balsamici del Pino Silvestre.
La resina di Abete ha un aroma “verde” e balsamico, che purifica e arricchisce l’aria, e usato in sede di rituale, conferisce coraggio ed energia.
Le resine di Pino Silvestre, Abete Rosso, Abete Comune, Larice e Ginepro, hanno un’ottima profumazione e non sono difficili da
reperire: lo si può fare passeggiando in un bosco meglio nel periodo estivo, perché grazie all’evaporazione, il loro contenuto idrico risulta particolarmente basso e di conseguenza, la qualità dell’essenza è migliore.

La colata può essere staccata delicatamente con un coltello o una spatola avvolta in un foglio di alluminio, e per ottenere un buon ingrediente per la fumigazione, si dovrebbe far essiccare la resina per circa un anno.
Solo dopo questo tempo, essa emanerà pi
enamente il proprio potere balsamico.
Dopo due decenni in cui ci siamo occupati solo di olibano e mirra, li abbiamo cercati, comprati e utilizzati, finalmente si stanno riscoprendo anche le resine delle conifere aghifoglia e
si comincia anche a vederle in vendita dai fornitori abituali di resine esotiche.

Ma veniamo all’introduzione dell’argomento che vorrei fosse il nocciolo di questa mia scuola di incenso
In ambiente pagano/stregonesco, anche da chi si è avvicinato da poco a queste pratiche/culti si sente sempre parlare di Olibano e Mirra, salendo di un gradino, di Storace e Benzoino, salendone un altro di Copale e Opoponax, ma pochi vanno oltre e ancora meno si fermano a pensare cosa sono in realtà queste sostanze e come nascono.
Io l’ho fatto e continuo a farlo
e continuo a stupirmi e ad appassionarmi ancora, solo che, quando sono arrivata all’ennesima specie dello stesso genere di resina, non mi bastava più conoscerne esattamente i nomi, ma ho cominciato a chiedermi cosa ci fosse a monte: di quale genere è la pianta che produce questa resina? E il genere, a quale famiglia appartiene?
Le resine degli alberi tropicali, sono decine (forse centinaia, ma non allarghiamoci), e individuare esattamente i nomi botanici delle diverse specie per non confonderle, è tanto difficile quanto importante, ovviamente se come me, si è interessati a farlo.
Questo lavoro si ricollega all’altra mia passione principale, cioè le erbe, infatti delle resine, mi interessa meno sapere quali terpeni contengano e da quale isola tropicale precisa provengano, la cosa che mi interessa di più sono le esatte famiglie, sottofamiglie, tribù, generi
botanici a cui le resine stesse risalgono, perché, si scoprono certe parentele a mio avviso molto interessanti.

Che una resina abbia due varietà di cui una viene dalle Molucche e una dalle Filippine, allarga enormemente il campo di studi, avvicinandosi alla storia dalla notte dei tempi dei popoli dei quattro angoli del globo e delle loro necessità, culti e usanze, che è veramente, veramente vasto (ma non è detto che prima o poi non ci possa pensare).
In realtà, per uso magico, una resina come l’Elemi (di cui parleremo), che sia di una specie o dell’altra, poco importa, è sempre Elemi, ma, parlando delle resine in generale, il solo fatto conoscerne il maggior numero possibile, per apprezzarne le differenze di consistenza, colore, profumo, e famiglie botaniche, il discorso è già bello ampio.
Siccome continuo il mio pellegrinaggio fra i praticanti dei culti pagani e per quanto riguarda questa materia continuo a sentire errori grossolani anche da chi non me lo aspetterei, anche da chi tiene corsi a pagamento sugli incensi, per non scrivere inesattezze, ho tentato di documentarmi meglio possibile: solo per la grandissima famiglia delle BURSERACEE che per fare due esempi base, comprende sia l’incenso che la mirra, ci sono voluti soldi in libri e ORE di ricerche facendomi largo tra le grandi incongruenze delle varie fonti dovendo ricorrere anche a siti stranieri dove quelli italiani non arrivavano.
Ad un certo punto mi è sembrato di avere le idee chiare, ma il tutto è durato mezza giornata perché l’ultimo bellissimo libro che è arrivato e che ovviamente vi citerò quando parleremo di libri, mi ha messo altri dubbi che sto ancora cercando di chiarire.
Insomma è una settimana che non faccio altro, la gatta mi guarda con la solita espressione che dice: cosa fai sempre seduta li, smetti immediatamente e amami!
Ecco l'inizio di quello che spero sarà lo studio sugli incensi più approfondito che abbia mai fatto, cosa che spero possa tornare utile anche a qualcun altro.
Sara

Leggi la seconda parte ^_^

Scuola di incenso (parte prima). Partiamo da zero.

domenica 29 novembre 2020

Uno modo concreto e innocuo per utilizzare la magia della cenere di cui ho parlato nel post precedente è Il SALE NERO.

Il S.N. è una ricetta semplice che serve ad esempio per eliminare le energie negative, allontanare gli ospiti indesiderati, proteggere la casa delle influenze di terzi, allontanare rivali e deviare attacchi fisici e psichici.
Prima di scrivere questo argomento per Unguentorum in Accademia e propinare così subito la mia ricetta in modo un po’ presuntuoso, mi sono messa in rete, ne ho lette diverse e ho visto diversi video.
Ci sono tante varianti tutte egualmente valide: q
ualcuno ci mette la pietra lavica (probabilmente chi vive vicino a un vulcano ?_?), lo zolfo o il guscio d’uovo, i chiodi di garofano, il caffè o la terra e per farlo diventare più nero, qualcuno lo cuoce o cuoce le erbe in padella fino a farle carbonizzare; vi riporto comunque la mia, è semplice e con ingredienti facilmente reperibili.
In l
una nuova in orario notturno, occorreranno:
Sale grosso
Pepe nero
Carbone
Cenere di erbe.

La cosa migliore sarebbe utilizzare la cenere dei rimasugli di erbe dell’anno precedente che si bruciano nel braciere al Solstizio d’Estate raccolte appositamente e con cui si fa anche l’inchiostro; altrimenti si bruciano erbe per la bisogna come ad esempio: cedro, cipresso, ginepro, alloro, olmo, frassino, sorbo, ulivo, artiglio del diavolo…
Qualcuno potrà giustamente obiettare che non tutti possiedono un camino per cenere e carbone…
Proprio per questo motivo, quella sera, mezz’ora prima della serata in Accademia, ho messo tre o quattro legnetti a bruciare nel braciere fuori dalla porta e mentre Matteo parlava di resine planetarie, io gettavo sul carboncino una miscela che avevo preparato appositamente per la resistenza fisica e psichica composta di: rosa canina, santoreggia, gelso e ibisco
Quando è stato il momento di preparare il S.N. avevamo tutti gli ingredienti pronti e in quel modo avevamo anche dimostrato come crearli con facilità.

Per le dosi facciamo tre cucchiaini di sale grosso, uno di cenere, uno di pepe nero e carbone quanto basta perché il composto venga bello nero (ma non preoccupatevi, se viene grigio scuro, funziona comunque ^_^).
Se so che userò il composto in casa
e solo in casa, aggiungo le ceneri e il carbone del mio camino (vedi il perché nel post precedente sulla cenere) altrimenti, faccio come sopra.
Se
proprio, proprio, non avete modo di farvi un po’ di carbone usate le pastiglie di carboncino tonde per l’incenso.
Procedo
Vado a martirizzare tutto nel mortaio, aggiungendo prima gli elementi più “grossolani” poi quelli più fini (parleremo di questo con le misture), quindi nell'ordine: il carbone, il sale grosso, il pepe nero e la cenere, visualizzando molto bene e in modo continuativo il mio intento, senza farmi distrarre dalla tv o dal telefono o dagli scocciatori.
Questo è ciò che conta in ogni operazione magica, l’intento meditativo, dall’inizio alla fine dell’operazione.
Perché
non uso direttamente il sale fino se poi devo tritare nel mortaio quello grosso? Sempre perché lavorando un elemento con lentezza, consapevolezza e pazienza vi infondo il mio intento, il mio essere, il mio volere, in poche parole, faccio MAGIA.

Come Utilizziamo il S.N? Oltre agli scopi già citati, ci sono altri modi e momenti:
-s
i può usare a Calenda per rinforzare il cerchio.
-
possiamo metterci sull’uscio di casa, spargere il sale nero e nominare ad alta voce le persone o le cose che non vogliamo che entrino in casa.
-
possiamo fare una freccia sotto lo zerbino che punta al di fuori sempre per lo stesso scopo.
Il consiglio della strega Sarina
Una cosa che pochi sanno è che il S.N. si può creare anche a pezzettoni,
ad esempio se si vuol portare con se in sacchetti o cucito nei vestiti per allontanare da se le energie negative.
Sempre di notte, si p
roduce il composto, si aggiunge poca acqua in modo da formare un impasto modellabile, si stende, si fa asciugare MOLTO BENE al buio quindi si spezzetta.
Questa è stregoneria.
Sara

Sale nero

sabato 21 novembre 2020

All'inizio di ottobre, prima che grazie ad imprenditori e vacanzieri sardi ci rinchiudessero di nuovo entro i nostri comuni di residenza, in Accademia abbiamo fatto un Unguentorum un po' diverso dal solito che avevamo chiamato Halloween edition.
Uno degli argomenti di cui abbiamo parlato è stato l'uso della cenere in stregoneria.
Ecco come.

Innocente appare la cenere a coloro i quali sono digiuni di stregoneria.
Invece la cenere è un ingrediente magico che nasconde un grande potenziale: i suoi elementi sono Terra e Fuoco ma più Terra, le sue astralità dominanti sono la Luna in fase calante (come simbolo di estrema consunzione) e nuova e Saturno.
Semplice da reperire, discreta da utilizzare: chi mai sospetterebbe di Sarina intenta a pulire il camino?
Come polvere magica, la cenere ha diversi utilizzi: si va dal
BANDO e cioè rimuovere le negatività o allontanare persona
indesiderate, alla MALEDIZIONE, alla cosiddetta MAGIA NERA.
Il primo tipo di cenere che ci viene in mente è quella di camini e stufe a legna e cioè la:

I Cenere del Focolare
domestico, da sempre cuore pulsante della casa.
Essa è satura dell’energia e dell’essenza della famiglia e comprende chiunque abbia vissuto in quel posto, antenati, parenti deceduti, animali domestici compresi.
Con essa è possibile, tramite diverse pratiche:
-attirare la fortuna e la guarigione, la prosperità, la protezione, il benessere e invocare gli antenati.



-Praticare un tipo di divinazione che si annovera nella piromanzia; si consultano fiamme, braci e cenere, per ricevere segnali come lo spegnersi improvviso del fuoco, il separarsi della fiamma, o il fuoco azzurro, o la difficoltà ad accendersi, o la brace che brilla troppo, per poi l’indomani interpretare determinati disegni nella cenere. (come abbiamo fatto all’Equinozio)
-L’altra pratica importante da eseguire al focolare è l’offerta agli dei. In questo caso, ciò che deve raggiungere le divinità celesti, viene offerto attraverso le fiamme e il fumo, mentre ciò che deve raggiungere i regni inferi, si lascia consumare sulle braci e sulla cenere.
La cenere della propria casa è una cosa molto intima e non deve mai essere portata all’esterno si teme che in questo modo la famiglia possa perdere tutto ciò che è benessere, se una strega si appropriasse della cenere di un altra casa, sarebbe in grado di operare AMORE e MALEDIZIONE
Il secondo tipo di cenere di cui parliamo è la

II Cenere di Erbe
La c. ottenuta dalla combustione delle erbe serve a rendere il vegetale invisibile per occultarlo e somministrarlo più facilmente
La CdE può essere sparsa in un luogo, usata per imbottire sacchetti, bambole e cuscini, (o cucita nei vestiti), disciolte nelle pietanze o nelle bevande.
Certe volte invece, si bruciano per invertire il loro potere, per esempio una pianta guaritrice adeguatamente incantata e ridotta in cenere, causa l’esatto opposto delle sue proprietà, ma questa è un’evenienza rara usata in occasioni non proprio gioiose e benefiche.

III Cenere di oggetti
La c. di determinati oggetti come piume, nodi, peli, pergamena, ha semplicemente il potere degli oggetti stessi.


IV Il Sale
È chiamato anche cenere d’acqua, i riti della cenere d’acqua e la cenere stessa che se ne ricava, sono azioni potenti che dissolvono completamente e definitivamente qualcosa.

V La Cenere nell’inchiostro
Si aggiunge al nerofumo, al ferro-gallico o agli inchiostri ricavati da altre piante (Phytolacca), per scrivere sul proprio libro, per disegnare sigilli di protezione o invocazione, per tracciare pentacoli (come quando tracciamo cerchio e triangolo a Calenda)

Un accenno alla cenere di candele
Per ricollegarci alla preparazione dell’inchiostro, si può fare anche aggiungendo i resti di una candela accesa e lasciata consumare sui carboni ardenti.
Tracciare segni magici con la cenere ha anche la comodità che è facile nasconderli, su un pavimento è sufficiente una scopa, in Natura.. beh, ci pensa lei da se.


Ci sono ceneri di guarigione, esorcistiche, per fatture, legamenti e maledizioni, nonché la cenere del rospo per avverare i desideri, che richiedono ANNI di studi, conoscenze, tentativi e anche strumenti! In più, nel nostro tempo e alle nostre orecchie, tutto questo unito alle parole da pronunciare in queste pratiche, ormai suonano come ridicoli orpelli da B-Movie. 
Un esempio concreto e una pratica innocua per usare la cenere è quella di preparare il sale nero, di cui vi parlerò prossimamente:
Sara

Per il discorso fatto in Accademia e quivi riportato, la mia fonte era stata questo piccolo e-book comprato su Amazon:

Magia della cenere

martedì 17 novembre 2020

Prometto, solo uno.
Da molto tempo, sin da quando c’era ancora il “Sussurro”, dapprima inconsapevolmente, poi più sistematicamente, mi sono sempre interessata alle persone che compongono il panorama pagano/stregonesco italiano, ne ho parlato spesso.

Sono interessata sia alle persone che si affacciano a questi argomenti per le prime volte, e quindi alle motivazioni, alle modalità, all’ ”antefatto” che le ha portate al paganesimo (non sono loro l’argomento di questo post), sia ai “professionisti”, cioè quelli che sul web ci stanno da anni, sono un po’ come gli avvoltoi, appollaiati li, semi-immobili, poco utili, quasi mai dannosi, un po’ fastidiosi. 
Costituiscono una fauna veramente interessante solamente dal punto di vista sociologico, quasi mai per i contenuti; sono tutti uguali, uomini e donne, dal ventenne al cinquantenne: capelli neri o dreadlocks, vestiti neri o stravaganti, il trucco pesante, il nero sulle unghie, le piume nei capelli, il cappuccio nero, i tatuaggi, i tamburelli sciamanici, le molteplici catenine con pentacoli, ankh, triskel, vegvisir, mjöllnir e via dicendo, si danno tutti un certo tono.
Spesso parlano male, fanno strafalcioni in italiano e si ostinano a massacrare l’inglese..
Sono sempre li e non sanno più cosa dire perché gli argomenti sono finiti da un pezzo, si copiano continuamente a vicenda e piuttosto che non fare un altro video o un altro post Instagram (attualmente, per questo tipo di argomenti, sono i social che vanno per la maggiore) si sottopongono a forzatissime collaborazioni: “..tagga cinque profili Instagram,..“ “..andate a visitare la pagina del Tal dei Tali, è fantastica!”, al che il Tal dei Tali ringrazia con una storia in cui a sua volta, tagga lo stesso di prima,.
E via dicendo, cose che, potendo, non farebbero nemmeno sotto tortura.
Non parliamo degli “sfiniti dalle energie del Solstizio” ma che nello stesso tempo il Solstizio ha dato loro un’energia nuova (Eeeehhh? Deciditi.) Come rimedio alle fatiche del Sabba sproloquiano bagni rinvigorenti con due olietti e tre erbette dai quali escono miracolosamente rinforzati e pronti ad affrontare altre fatiche sabbatiche (come dice Maghus: “..this endless day is finally ending in a blaze!”
Giusto, studiare, lo studio è tutto, ma postate solo concetti teorici, talmente tanti concetti teorici che alla fine vi dimenticate completamente della pratica., 
Raramente nascono le amicizie speciali, quelle che “#sorellestregheseparateallanasc
itanoncilasceremomai”, dopo sei mesi non si commentano nemmeno più sotto i rispettivi post, altroché sorelle streghe, 

Se gli chiedi a quale tradizione appartengano, ti rispondono che non sono wiccan, che adorano il pantheon egizio ma che praticano la Santeria ad Avalon.
Io li guardo, raramente commento, a volte faccio domande ovvie per bearmi delle risposte.
Consigliano sempre libri sbagliati: l’altro giorno per questa mia “ricerca sociologica”, mi sono iscritta ad un gruppo su FB che “consigliava vivamente” i libri di un autore (che conosco molto bene di persona), come se in essi si trovasse ciò che mette il punto finale nella diatriba del paganesimo italiano.

(Edit 11/'23) Negli ultimi due, tre anni, grazie ad Amazon che pubblica qualsiasi cosa a caro prezzo e trattenendosi la maggior parte dei ricavi, ce n'è una nuova e cioè, chiunque scrive un libro.

Oscar Wilde diceva: "Una volta i libri venivano scritti da uomini di lettere e letti dal pubblico. Oggi i libri vengono scritti dal pubblico e letti da nessuno"

Gente che parla un italiano vergognoso che sui social scrive più errori che parole, che mi viene a dire che il diavolo è il dio delle streghe (giuro, l'ho sentito da pochi giorni) che parla sempre e solo di NIENTE.. e che scrive libri... Si cali un pietoso velo. (fine edit)

Li seguono i cosiddetti neofiti, parola che io detesto, ma che loro hanno sempre in punta di labbra perché gli altri sono tali, loro stessi invece, leggevano Wicca di Cunningham nel 2000 (cioè quando non era ancora uscito) e i commenti sono del tipo: “Grazie, questo video è stato utilissimo, mi hai chiarito le idee”. E chiudo “l’internet” demoralizzata.
Una menzione a parte meritano i sedicenti content creators” quelli che, non solo propinano a ciclo continuo contenuti errati, incompleti, ripetuti o mal interpretati, ma oltre al blog pubblico, su vari livelli di prezzi (“select a membership level”) AL MESE (!!!) ti vendono “contenuti esclusivi”: “Per un euro al mese (più IVA) avrai il mio blog personale con i miei pensieri e riflessioni...”

Però, però,
Sai, al mondo c’è posto per tutti, ognuno è libero di fare e dire ciò che vuole nel rispetto degli altri, non fanno del male a nessuno (al massimo un po’ di disinformazione), e quindi sapete cos’è che mi manda ai pazzi di ‘sta gente?
Che si lamentano continuamente di quanto brutto sia il panorama pagano/stregonesco italiano (e lo fanno tutti eh, TUTTIIIII) che loro stessi compongono e contribuiscono ad imbruttire..
Tutti gli altri hanno, fanno o dicono qualcosa che non va, tranne loro stessi, quindi la parola che si sente maggiormente uscire dalla loro sagge labbra è INVIDIA, INVIDIAAAAA.
E sapete qual è la ragione per cui sono così arrabbiati, oltre al fatto che non hanno più argomenti? Semplicemente perché qualche prode utente, stanco delle loro perle di saggezza - o del fatto che prima di iniziare il sedicente argomento del video, si aggiustano i capelli per cinque minuti scusandosi perché non sono perfetti (e per far arrivare il video a dieci minuti)- OSA CRITICARLI! 
Ebbene si, quegli invidiosi li criticano, e loro non accettano le critiche, no, si indignano perché non tutti prendiamo le loro chiacchiere per oro colato.
E giù video su YT, e dirette, e storie su Instagram, per lamentarsi dei pollici in giù.. Sono esilaranti, ma intanto è un video, una diretta, una storia da aggiungere. 
Tutto ciò anche nella versione artigianato pagano, “#legnopirografatolanainfeltritaperleinfilatepietreincastonatefilodiferroripiegatopongomodellato” , si copiano continuamente a vicenda i propri lavoretti in questo continuo e assillante tentativo di venderti qualsiasi cosa (come dice Elis: "..anche una foglia di salvia caricata con un plenilunio..") spacciandola per artigianato pagano, e poi si accusano, come se non fosse già stato tutto inventato, come se non fosse già tutto a disposizione su internet e in vendita a prezzi esorbitanti su Etsy.
La morale di questo sproloquio non è che si dovrebbe cercare di guardare ognuno a casa propria, nel proprio orticello, di costruirsi il proprio angolino e di non pestarsi continuamente i piedi, non è che se ti esponi, devi imparare ad accettare le critiche e a mettertele in tasca,, la morale non esiste perché siamo fatti così e basta e le cose non cambieranno.

Adesso basta perché mi sono annoiata da sola, ma dovevo sfogarmi (perché sono un’invidiosa)😂
Sara


Panorama pagano/stregonesco, post polemico.

domenica 15 novembre 2020

Oggi vorrei solo fare due chiacchiere, ne ho un po' bisogno, ho in mente anche un post polemico, arriverà, uno solo, prometto.
Devo cercare di essere meno prolissa.
Il tanto atteso e desiderato cambio di stagione mi ha fatto davvero bene, mi sto godendo l’autunno, anche se purtroppo sta già volando via. 
Mi godo ogni foglia gialla che cade, la luce tenue, ogni cinguettio, ogni filo di fumo di legna, ogni mattinata di nebbia.
Quando torno dal lavoro infilo un vecchio golf e le ciabatte da giardino, afferro la scopa e mi fermo fuori a pulire, sbatto lo zerbino e metto uno straccio pulito, tolgo i crisantemi appassiti; mi attardo, almeno un ora,. 
Faccio due chiacchiere con la Carla che passa con il suo cagnolino Tequila detto “Tetè”, con l”Eugenio che va a messa, con la Cristina che ritira il bucato steso e con l’Antonella che esce per afferrare un ciocco dalla legnaia.
L'argomento è quasi sempre il solito, tutti mi chiedono com’è la situazione e io scrollo la testa...
Spazzolo la gatta e do biscottini a Ciacione, cammino fino in fondo al cortile, porto la spazzatura sulla strada.
Prendo la bicicletta e vado fino al cimitero a salutare il Babbo, faccio il giro del ponte della ferrovia, è solo un chilometro: le sensazioni di questo momento dell’anno sono impagabili ma fuggevoli, e ci vuole un anno prima che ritornino
.

Mi sono procurata la caffettiera francese (quella col filtro a pressione), era già un po’ che ci pensavo e mai decisione fu più saggia, ho la macchinetta per il caffè americano da due decenni e a desso le alterno, mi faccio una bella tazzona di caffè e la sorseggio fuori, seduta su un consuntissimo sgabello da giardino a godermi l’autunno.
Sono una discreta lettrice, è un’attività che non interrompo nemmeno d’estate, ma ci sono periodi in cui, causa l’esperienza di libracci orrendi, mi va di leggere solo l’etichetta del balsamo.
Come per il cinema, anche per le letture apprezzo diversi generi. Ultimamente ho letto “I promessi sposi” per la terza volta (compresa la scuola superiore, ma a 15 anni non volevo leggere, volevo sposare Simon Le Bon). Poi mi sono divertita un mondo con “La Quadrilogia di Bartimeus”, la storia di un Jinn di cinquemila anni che ne combina di tutti i colori. Ieri invece ho finito “La lettera scarlatta” di Hawthorne, uno dei miei scrittori preferiti, la storia è noiosa, ma la scrittura è magistrale.
Adesso sono in quel momento per me spiacevole dell’iniziare un nuovo libro, che come tutti i cambiamenti mi destabilizza (sì, ho diverse psicopatologie). Ho alcuni libri sul Kindle, per esempio “Dracula” di Bram Stoker, “I racconti del Necronomicon” di Lovecraft o “Queste oscure materie” di Pullman (che è già un po’ che rimando). 
Il bello è che ciò che c’è sul mio dispositivo c’è anche su quello di Dredd, si mischia tutto e a dire il vero, a me, gialli e polizieschi non fanno impazzire.

È il momento dell’anno in cui I lavori stregoneschi rallentano, e il fatto che la terra cominci a riposarsi mi da un ulteriore senso di serenità.
Adesso le attività si spostano in casa, in questo periodo di “riposo” si possono ordinare e correggere gli erbari, mettere a posto gli appunti dell’anno, approfondire un argomento, iniziare uno studio nuovo, iniziare un periodo di introspezione in cui fare un bilancio della nostra vita in quanto praticanti del culto a cui ci dedichiamo.
Anche semplicemente fare lavoretti “pagani” (la mia adorata amica Ilaria è bravissima e mi sta insegnando ad usare meglio il pirografo).
Da adesso al solstizio di inverno c’è un mesetto per l’inchiostro ferro gallico, in gennaio ci saranno le candele.
Ciò che mi dispiace adesso è non poter vedere gli amici cari dell’Accademia.
Sara


Chiacchiere

venerdì 13 novembre 2020

     

Vi siete mai accorti della nostra cecità?
La maggior parte di noi trascorre la propria vita “correndo”, non fermandosi mai, guarda ma non vede e cerca di soddisfare o per meglio dire “liquidare” il bisogno che ognuno di noi ha di divino, di “religiosità” con vaghi e mai approfonditi ricordi di un uomo nato in una mangiatoia e morto ingiustamente.
Con frasi dal significato mai del tutto chiaro, ripetute a memoria grazie a quella facoltà della mente umana per la quale se io sento mille volte la stessa frase che ha la stessa risposta (è anche il meccanismo della pubblicità tormentosa in tv) alla fine sentendo la suddetta frase pronuncerò la solita risposta anche se sto pensando a tutt'altro.

Nonostante il ragionamento contorto, spero comunque di essermi spiegata.
Quello che voglio dire è che può succedere che ad un certo punto della vita, il credere a “cose” (il termine giusto è dogmi) molto grandi altisonanti, cerimoniose ma INVISIBILI, non riscontrabili dai nostri sei sensi, non riesca più a soddisfare questo bisogno di religiosità, anche se tutto ci viene insegnato fin da bambini (l’aborrito “indottrinamento dell’infanzia”).

Poi avvengono fatti nella vita delle persone (probabilmente già scritti, perché ricordate NULLA È MAI PER CASO) che cominciano a farci pensare a quello che siamo, in cosa crediamo e se queste credenze possono davvero sostenerci, aiutarci nei momenti critici della vita, nelle centinaia di prove alle quali essa ti mette di fronte, RENDERCI FELICI!
E se la risposta fosse NO? Allora è crisi.
A molti è successo.

Proprio quando stavo per aprire MaterTerra nel 2002, un’amica mi raccontava questa cosa:
“Durante un periodo di profonda crisi religiosa, leggevo un romanzo che come quasi tutto ciò che leggo, parla di storie di gente lontana, e ricordo che mi è piaciuto talmente tanto che mi sembrava strano e come avessi pianto all'ultima pagina.
Perché ho pianto? Perché la storia di persone che adoravano e chiamavano "Dio” un fiume, mi ha toccata così tanto in un periodo così nero in cui non riesco a ricominciare a vivere, a trovare conforto in nulla?
Poi ho cominciato a pensare che queste persone con le loro invocazioni non pregavano un dio invisibile, assente, che non interviene ne in bene ne in male, bensì una Madre molto, molto grande, che risponde ogni giorno, ogni momento!
E loro invocavano e ringraziavano il sole, che faceva maturare il grano, perché ogni giorno ritorna a risplendere, ringraziavano il fiume che (grazie alla stagione delle piogge a monte), con la sua piena rendeva fertili i campi…“

Allora io le dissi:
"Essi li chiamavano Dei, noi chiamiamo il tutto semplicemente "NATURA”
Sara

Siamo cechi?

mercoledì 11 novembre 2020

       

Con catoptromanzia, catottromanzia, o enottromanzia, “Divinazione con gli specchi”, intendiamo l'arte del divinare per mezzo di specchi (catoptromanzia), sfera di cristallo (cristallomanzia) e specchio d’ acqua oscura o pulita (idromanzia).
Leggere nel cristallo che ha da sempre affascinato la mente umana, prese nei secoli varie forme fra le quali la più comune in antico era quella di guardare entro un specchio concavo.
Spesso mi si chiede come è possibile avvicinarsi a questo tipo di pratica divinatoria.. La risposta è la medesima che do a riguardo dello studio di ogni pratica di questo tipo: non può esserci miglior giudice che lo sperimentatore stesso poiché il modo di concentrarsi dell'uno può risultare impossibile a un altro.

Durante la storia, anche le forme di divinazione con gli specchi sono passate sotto la disapprovazione del clero, difatti, intorno al 450 D.C. la chiesa di Roma decretò che qualunque cristiano il quale credesse esistere nello specchio uno spirito familiare, dovesse essere colpito da anatema e gli fosse proibito di tornare nel grembo della chiesa se prima non si fosse sottoposto a speciali penitenze.

In quell’ epoca si credeva che le visioni nel cristallo fossero di natura oggettiva, cioè che si formassero sulla superficie del “mezzo”, oggi siamo coscienti del fatto che ciò che vediamo sono riproduzioni delle immagini del pensiero del nostro subcosciente.
Nel 1332 un poeta persiano, Ibn Kaldoun era già arrivato a questa conclusione:

Alcuni credono che le immagini percepite con questo mezzo si formino sulla superficie dello specchio, ma sono in errore.
L'indovino fissa la superficie fino a che i suoi occhi non lo vedono più e una specie di nebbia si interpone fra essi e lo specchio.
È sopra questo velo che si disegnano le figure che egli desidera vedere, la percezione nasce dal suo intimo e non si trasmette agli occhi, bensì all'anima”.

Quindi, prima che alcun oggetto si renda visibile sul cristallo, un velo di nebbia biancastra ne intercetta la superficie e soltanto quando questa svanisce le visioni si fanno apparenti.
Il cristallo serve come aiuto per la memoria, anche per richiamare ricordi dimenticati, ma i poteri più comuni della visone nel cristallo sono la rappresentazione di cose o di fatti prodotti altrove in quello stesso momento.

Accade però anche, che durante il consulto si abbia già la mente già fissa sulla risposta che si desidera avere, e la forte intensità del desiderio ne imprime l'idea sull'atmosfera di pensiero trasformandosi poi in forma oggettiva quando si guarda il cristallo.
Vi sono persone le cui visioni nel cristallo prendono l'apparenza di scene e di persone a loro sconosciute, senza che si possa dare ad esse un’ interpretazione chiara.
Per farvi un esempio ecco un fatto successo tempo fa.
Un’amica mi pregò un giorno di vedere e darle notizie di una persona scomparsa e quasi immediatamente vidi un’ anziana signora che mi guardava con un sorriso di trionfo, aveva un naso assai prominente e un mento aguzzo, il suo viso era pieno di rughe, specialmente ai lati degli occhi, come se fosse sempre sorridente.
Portava uno scialletto bianco con un angolo nero e nonostante le rughe del viso, la facessero sembrare anziana, i suoi capelli erano di un castano perfetto.
L'immagine scomparve, e la mia amica mi disse che invece della persona scomparsa, ne avevo descritto la madre, che tutti in famiglia erano convinti che la vecchia signora si tingesse i capelli, poiché essi si mantenevano scuri quantunque avesse 82 anni.
Poi mi domandò se l'avessi veduta tanto bene da poterne distinguere la somiglianza in una fotografia del figlio, e io potei, senza la minima esitazione, scegliere proprio la fotografia giusta tanta era la somiglianza con l’ immagine della visione.
Uno degli interrogativi che ci si pongono quindi, è se si tratti o no di auto ipnosi: fino a che punto, i divinatori col cristallo sono auto ipnotizzati?
Il cristallo o la superficie lucente agisce forse sui nervi ottici in modo da produrre una specie di semi sonnolenza della coscienza normale e da far prevalere la personalità subcosciente?
Comunque gli effetti sembrano implicare sempre uno spostamento anormale del centro della coscienza

Un’ altra questione molto dibattuta è se, e fino a che punto, sia possibile vedere il futuro nel cristallo, oppure soltanto il passato ed il presente.
Penso che, a questo riguardo, dobbiamo riconoscere che quello che è possibile per altre forme di percezione fisica debba esserlo altrettanto per il cristallo, il quale, se si ammette la chiaroveggenza, non ha ragioni speciali per essere escluso.
Per soddisfare l'intima aspirazione di conoscere l'avvenire, in tutte le epoche vennero costruiti specchi magici di tutti i generi.
Ve ne furono di tutte le grandezze, composti di differenti metalli brillanti, in stagno levigato, in argento e in oro.
Alcuni si servivano di bocce di vetro, di cristallo, di forme sferiche, altri ancora erano composti di piante narcotiche, aromatiche, macerate in vasi di diaspro, riempiti d'acqua o di diverse composizioni.
Il famoso veggente Cagliostro ebbe il suo.

Possiamo fare una prima distinzione per quanto riguarda gli specchi magici e cioè specchi magici e specchi magnetici.
I primi avevano un valore e significato pratico, in epoche da noi lontane, quando esistevano ancora organizzazioni iniziatiche molto chiuse che trasmettevano oralmente dati tradizionali sicuri, permettenti di usare gli specchi descritti in modo speciale, in virtù di particolari influenze, e capaci di dare risultati soddisfacenti e qualche volta perfino prodigiosi.
Quanto agli specchi magnetici, essi avevano un valore particolare all'epoca dei cosiddetti “magnetizzatori”, individui che avevano la capacità di “caricare” particolari oggetti in modo, da “permearli” di forze speciali.


Idromanzia
Anche l’ idromanzia, cioè la visione entro uno stagno d'acqua oscura, ebbe seguaci fin dal nono secolo.
Fu anzi in quell’ epoca che l'Arcivescovo di Rheims attribuiva all’ opera del demonio tutte le visioni di questo genere specialmente quelle degli idromanti che, fissando le profondità oscure dell'acqua, cadevano in una specie di sonno ipnotico e asserivano di ricevere comunicazioni dagli spiriti degli abissi.
Nell'impossibilità di recarsi presso un pozzo d acqua stagnante o di una fontana di pietra dall'acqua limpidissima, si prenda un bacile e lo si riempia d'acqua fin quasi all'orlo e lo si collochi sopra un tavolo.
Si metta sotto il bacile un foglio di carta bianca abbastanza largo affinché nessun oggetto circostante si rifletta sul vetro.
Si fissi lo sguardo sull'acqua per una decina di minuti ispirandosi alla sola idea di dare al liquido la proprietà di rendere delle immagini.
Non si dovrà distogliere lo sguardo dalla superficie dell'acqua, questa attenzione è necessaria, diversamente è rotto l'incanto e ci vorrà un certo tempo per ricominciare l'esperienza.
Allorché la manifestazione si produce, si cade in una specie di trans molto superficiale che permette di vedere quadri “fluidici” sopra la superficie del liquido.
In principio si vedono vapori, poi delle nubi che si condensano e che producono dei paesaggi, e delle forme di tutti i tipi, a volte allegoriche, a volte figure umane a volte vi si inscrivono frasi intere.

Antichi rituali
Sin dai tempi antichi, il guardare nel cristallo a scopo divinatorio era preceduto da un rituale religioso molto complicato, che comprendeva invocazioni agli spiriti e alle forze dell’ aria.
Queste cerimonie preparatorie erano un mezzo di concentrazione, preparavano alla seduta divinatoria e avevano un ben preciso risultato pratico sulle visioni che apparivano nel Il metodo in uso a questo scopo è descritto in un manoscritto antico che fa parte della collezione Ashmoleall di Oxford.
Vediamolo per curiosità.
“Prima di tutto lo specchio od il cristallo deve esser messo nel sangue di una gallina bianca tre Mercoledì o Venerdì. Poi deve essere tolto, lavato con acqua santa e soffumigato (probabilmente intende fatto passare attraverso l’incenso).
Prendete poi tre bastoncini di nocciuolo o verghette di un anno, colle quali scriverete i nomi degli spiriti e che sotterrerete sotto una collinetta,. ove gli spiriti o le fate. sogliono adunarsi, il Mercoledì prima dell’ invocazione che desiderate fare: e quest’ invocazione farete poi il Venerdì seguente alle otto, alle tre, o alle dieci, quando i pianeti e le ore saranno più propizie.
Se qualche lettore desiderasse tentare la prova, .non deve dimenticare di fare l'invocazione col viso rivolto ad est, e star bene attento di non lasciar più libero lo spirito dopo che se ne sarà impossessato”.
(Non fatelo, non serve.)

Avere le visioni
Chi può leggere nel cristallo?
Concentrare il proprio sguardo sul cristallo riesce abbastanza facile, ma la maggioranza di chi tenta non riesce poi a vedere riflesso in esso che gli oggetti circostanti.
Uno degli esercizi utili a questa pratica si può fare mentre si sta leggendo una novella, una storia o una commedia, oppure qualcuno vi racconta qualcosa.
In questi attimi, siete in grado di evocare chiaramente nel vostro cervello le scene di questi fatti?
Li vedete mentalmente?

Fate ora una prova con queste due semplici domande tratte da un metodo appositamente scritto per queste pratiche:
-Re Alfredo sedeva a destra o a sinistra del focolare quando bruciò le ciambelle?
-Miranda aveva i capelli biondi o bruni?

E così via, con altre domande del genere.
Le visioni nel cristallo, infine, dipendono da altri due fattori molto importanti: la forma degli occhi e la facoltà di concentrazione che ognuno possiede e sono molte le difficoltà che si possono incontrare per l'acquisto di queste attitudini.

Ricordate solo due o tre consigli utili:
-Assumente una posizione di massima comodità prima di sedersi davanti al cristallo perché la mente non abbia ad essere distratta da nessuna impressione fisica di disagio.
-Mettete un panno nero come sfondo al cristallo in modo che gli oggetti circostanti si riflettano il meno possibile
-Voltate sempre le spalle alla luce.
-Non prolungate mai troppo la seduta se la prova non riesce.
-Guardate fisso il cristallo e aldilà del cristallo. Esso assumerà per le prime volte l'apparenza di un disco bianco che diventa sempre più chiaro a mano a mano che le visioni prendono forma.

Contemplazione della sfera di cristallo
La sfera di cristallo deve avere un diametro minimo di almeno 7 centimetri, ma sarebbe meglio fosse di almeno 10-12 centimetri.
Le sfere di cristallo di rocca sono molto costose, quando hanno queste dimensioni non sono perfettamente trasparenti e poiché inclusioni o incrinature possono alterare la visione, è meglio usare una sfera di vetro.
Potete usare un supporto, di legno o di metallo per reggere la sfera, oppure posarla direttamente sul tavolo, coperto da un panno nero.
Alcuni preferiscono tenere la sfera in mano, però senza toccarla direttamente, anche in questo caso la sfera va retta con la mano avvolta in un panno nero.
Una delle regole che presiedono a questa tecnica vuole che solo il veggente tocchi o contempli la sfera.
Quando non la usate, tenetela sempre coperta con il panno nero.
Un tempo, prima di passare alla contemplazione della sfera si compivano azioni magiche, questi rituali, spesso complicatissimi, servivano a creare l'atmosfera favorente la trance.

Prima di iniziare a fissare la sfera riscaldatela tenendola un poco fra le mani, non dimenticate il panno, la sfera non deve mai essere toccata direttamente.
Poi collocatela sul supporto o sul tavolo, allontanate gli oggetti che vi danno fastidio perché riflettono la luce o perché hanno un colore troppo forte.
Alcuni veggenti si collocano una sorgente luminosa dietro la schiena in maniera che il raggio di luce cada sulla sfera passando sopra la loro spalla, altri si siedono con le spalle a una finestra affinché illumini la sfera la luce del sole o della luna.
Questo, naturalmente, riduce notevolmente i periodi nei quali poter lavorare con la sfera di cristallo.
Portati a termine i preparativi, rilassatevi per qualche minuto e concentratevi sul vostro respiro.
Respirate più lentamente e più regolarmente possibile, poi guardate nella sfera, non dovete guardarla tutta ma fissare lo sguardo su un punto di essa.
Quando la visione sta per arrivare la sfera si « annebbia », diventa opaca o lattea.
Il processo che prepara l'avvento della visione può assumere anche altre forme: alcuni percepiscono determinati colori (sempre gli stessi), altri vedono nella sfera una specie di luce nera, si tratta di fenomeni sempre uguali in ogni seduta.
L'annebbiamento per lo più dura molto poco e quando la sfera ridiventa trasparente, appare la visione.
Non siate ansiosi, anche se l'annuvolamento non si dilegua o, una volta scomparso l'annuvolamento, la visione non compare, non preoccupatevi.
Spesso l'esperimento fallisce a causa del nervosismo e la paura dell'insuccesso mette in moto l'intelletto, il pensiero, la coscienza razionale, e lo stato di trance scompare.
Si può impedire l'instaurarsi di questi stati d'animo solo con un enorme sforzo di volontà e spesso la visione si manifesta quando ci si è già rassegnati a non vederla comparire e si sta per rinunciare all'impresa.
Tutto il processo avviene con il controllo del respiro.

Quando la sfera si appanna, concentratevi al massimo sul vostro respiro: respirate più lentamente e più regolarmente che potete; poi guardate nella sfera, però ricacciando pensieri ed emozioni.
Se, nonostante ciò, la visione non compare, probabilmente la visione si produrrà non nella sfera di cristallo ma davanti al vostro occhi spirituale.
Provate a chiudere gli occhi.
Avvertite una sensazione precisa?
Vedete la sfera di cristallo col vostro occhi spirituale?
Provate l'impulso irresistibile di parlare, o di scrivere?
Udite voci o assistete all'improvvisa comparsa di simboli?
Aspettate tranquilli e state attenti, poi prendete nota di ciò che avete sentito, visto o udito e mettetelo in rapporto con la domanda.
Se la visione non è particolarmente suggestiva o interessante, prendete nota dei dettagli apparentemente insignificanti.
La cosa più importante è avere pazienza e affrontare l'esperimento senza perdere la calma.

Per gli oracoli ottici non esistono schemi interpretativi fissi perché il significato della visione si rivela da sé all'osservatore.
Però esistono delle regole generali, secondo le quali la visione va collocata nel presente quando le immagini compaiono in primo piano, nel passato o nel futuro quando compaiono su] fondo della sfera.
Anche gli eventi del futuro prossimo, quelli che si verificheranno a pochi giorni di distanza dalla consultazione dell'oracolo, si manifestano in primo piano.
Nella metà sinistra della sfera gli avvenimenti si visualizzano sotto forma di simboli, nella metà destra nella loro forma concreta, reale.
Quando le immagini non sono nitide significa che non si conoscono bene i propri desideri e probabilmente si è influenzati dalla volontà di altre persone, oppure che nel problema di cui trattasi sono in gioco fattori che non si conoscono e sui quali non si può influire.

Dopo la seduta coprite la sfera col panno nero.
Potete anche avvolgerla in esso e riporla in una cassetta.
Alcuni veggenti dopo ogni seduta la lavano sotto l'acqua corrente per liberarla delle sostanze immateriali che potrebbero essersi raccolte sulla sua superficie. Secondo altri invece non bisogna assolutamente farlo.

Studiate su libri e internet, annotate i vostri lavori di divinazione con specchio, acqua e sfera, i successi e gli insuccessi, le vostre sensazioni e frustrazioni, solo con lo studio e la pratica si ottengono risultati.
Sara