Scuola di Incenso (parte sesta). Il Sangue di Drago

lunedì 4 gennaio 2021

Leggi anche la I^ II^ III^ IV^ e V^ parte:
Qualche resina per fumigazione al di fuori delle grandi famiglie botaniche.

Avevo deciso di non parlare del Sangue di Drago perché, perché perché…
Questa resina, nella storia, è stata usata per molteplici scopi, ad esempio come colorante in liuteria, come vernice in ebanisteria, in estremo oriente per la calligrafia, dai maghi di tutte le epoche come ingrediente magico e anche per le sue virtù curative.
Nel duemila ventuno, se non costruite violini Stradivari e non siete potentissimi maghi del grande tempio di Athena (una stupidaggine che diciamo sempre di chi si prende troppo sul serio in magia), sconsiglio vivamente di fumigare il SdD da solo, per tre ragioni:
-
è costosissimo: dai trentasei ai quaranta euro per cento grammi;
-
si ricava da alberi che nello stato di conservazione sono classificati “vulnerabili”;
-il fumo che sprigiona
a me non risulta gradevole.
Poi ho pensato che
in magia è una resina molto importante, che a Unguentorum Matteo ne parla sempre associandola a Venere,
e che le piante che producono questa resina sono BELLISSIME, quindi…






(Questa volta lo schemino è 
fatto a mano, clicca sull'immagine
per ingrandirla, è tutta farina
del mio sacco, quindi se sei una persona
onesta, 
non riprodurlo ^_^)












Ci sono
diverse famiglie botaniche che producono resine che è, possibile chiamare Sangue di Drago, ma qui prendiamo in considerazione solo il genere Dracaena, e le specie che ho potuto provare di persona, cioè:

-Dracaena Cinnabari, indigena dell’Isola di Socotra che si trova nell’Oceano Indiano al largo del Corno d’Africa,
la prima che è stata scoperta e classificata,
e la
-
Dracaena Draco originaria della cosiddetta “Macaronesia”, ovvero Isole Azzorre, Canarie, Madeira e Capo Verde nell’Oceano Atlantico, individuata e classificata in un secondo momento, ma più pregiata della prima.

(ATTENZIONE, esistono
DECINE di specie di Dracaena, ma la dicitura “Dracaena Canariensis”, non esiste o comunque non è riconosciuta come specie a se).

Come per tutte le altre resine, anche il SdD si ricava dall'essudazione in spaccature naturali o facendo incisioni sulla corteccia del tronco, sui rami e sui frutti di questi meravigliosi, grandi alberi, la particolarità è che essa viene raccolta in sacchetti appositi. Una volta solidificata, la resina prende la forma del sacchetto, che ricorda vagamente un cuore e quindi una forma intera di resina di SdD viene chiamata Cuore di Drago.

I consorzi che raccolgono la resina, pongono un sigillo sui cuori interi (a volte, se si è fortunati, capita di trovare un pezzo di impronta di sigillo), per certificarne la provenienza e la qualità.

Tutte le resine conosciute sotto il nome di Sangue di Drago si presentano come masse rosso brune, a frattura vetrosa lucente, che frantumate danno una polvere rosso carminio, solubile in etanolo e insolubile in acqua.

Come dicevamo, la resina è molto costosa: un intero Cuore di Drago, che è poco più grosso del pugno di un uomo adulto e pesa circa un chilogrammo, costa dai trecentosessanta ai quattrocento euro e non è nemmeno facile trovarlo.
In ogni caso è sempre sconsigliato acquistarlo in polvere, perché sovente si trova sofisticato con altre polveri rosse come quella di mattone. Cercatelo in scaglie grosse almeno come una mandorla e che sia di un bel rosso scuro vivo e vetroso.

In magia, il SdD viene utilizzato per diversi scopi. La prima volta che sentii parlare di SdD, si trattava di far tornare un fidanzato da una fidanzata abbandonata.
Tralasciando le implicazioni etiche in questa affermazione, e che la magia sugli altri NON FUNZIONA, sono del parere che, per tutto ciò di cui abbiamo già parlato, il SdD vada usato con estrema parsimonia, aggiungendone un pizzico al pochissimo inchiostro per tracciare sigilli, come protezione durante rituali ed evocazioni e per dare forza ad altre sostanze (ma poco).
Lo so, lo so, il SdD è affascinante.

Ci leggiamo presto con Sandracca, Mastice di Chio, Ginepro e Cipresso Nero.

Sara

Leggi anche la VII^ parte

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