Leggi
anche la I^ II^ III^ IV^ e V^ parte:
Qualche resina per
fumigazione al di fuori delle grandi famiglie botaniche.
Avevo
deciso di non parlare del Sangue di Drago perché, perché
perché…
Questa
resina,
nella storia, è stata
usata
per
molteplici scopi, ad esempio come colorante in liuteria, come vernice
in ebanisteria, in estremo oriente per la calligrafia, dai maghi di
tutte le epoche come ingrediente magico e
anche per le sue virtù curative.
Nel duemila ventuno, se non costruite violini Stradivari e non siete potentissimi
maghi del grande tempio di Athena (una stupidaggine che diciamo
sempre di
chi si prende troppo sul serio in magia), sconsiglio vivamente di
fumigare il SdD da solo, per
tre ragioni:
-è
costosissimo: dai trentasei ai quaranta euro per
cento grammi;
-si
ricava
da alberi che nello
stato di conservazione
sono classificati “vulnerabili”;
-il
fumo che sprigiona a
me non
risulta
gradevole.
Poi
ho pensato che in
magia è
una resina molto importante, che a Unguentorum Matteo
ne
parla sempre associandola
a Venere,
e
che le piante che producono questa resina sono BELLISSIME, quindi…
(Questa volta
lo schemino è
fatto a mano, clicca sull'immagine
per ingrandirla, è
tutta farina
del mio sacco, quindi se sei una persona
onesta, non
riprodurlo ^_^)
Ci
sono diverse
famiglie
botaniche che producono resine
che è, possibile
chiamare Sangue di Drago, ma qui prendiamo in considerazione solo il
genere
Dracaena, e
le specie che ho potuto provare di persona, cioè:
-Dracaena Cinnabari, indigena dell’Isola di Socotra che si
trova nell’Oceano Indiano al largo del Corno d’Africa, la
prima che è stata scoperta e classificata,
e
la
-Dracaena
Draco originaria
della cosiddetta “Macaronesia”, ovvero
Isole
Azzorre, Canarie, Madeira e Capo Verde nell’Oceano
Atlantico, individuata
e classificata in un secondo momento, ma più pregiata della prima.
(ATTENZIONE,
esistono
DECINE
di
specie
di Dracaena, ma
la dicitura “Dracaena Canariensis”, non esiste o comunque non è
riconosciuta come specie
a se).
Come per tutte le altre resine, anche il SdD si ricava dall'essudazione in spaccature naturali o facendo incisioni sulla corteccia del tronco, sui rami e sui frutti di questi meravigliosi, grandi alberi, la particolarità è che essa viene raccolta in sacchetti appositi. Una volta solidificata, la resina prende la forma del sacchetto, che ricorda vagamente un cuore e quindi una forma intera di resina di SdD viene chiamata Cuore di Drago.
I consorzi che raccolgono la resina, pongono un sigillo sui cuori interi (a volte, se si è fortunati, capita di trovare un pezzo di impronta di sigillo), per certificarne la provenienza e la qualità.
Tutte le resine conosciute sotto il nome di Sangue di Drago si presentano come masse rosso brune, a frattura vetrosa lucente, che frantumate danno una polvere rosso carminio, solubile in etanolo e insolubile in acqua.
Come
dicevamo, la resina è molto costosa: un intero Cuore di Drago, che è poco più grosso del pugno di un uomo adulto e pesa circa un chilogrammo, costa dai trecentosessanta ai quattrocento euro e non è
nemmeno facile trovarlo.
In ogni caso è sempre sconsigliato
acquistarlo in polvere, perché sovente si trova sofisticato con
altre polveri rosse come quella di mattone. Cercatelo in scaglie
grosse almeno come una mandorla e che sia di un bel rosso scuro vivo
e vetroso.
In magia, il SdD viene utilizzato per diversi scopi. La prima volta che sentii parlare di SdD, si trattava di far tornare un fidanzato da una fidanzata abbandonata.
Tralasciando le implicazioni etiche in questa affermazione, e che la magia sugli altri NON FUNZIONA, sono del parere che, per tutto ciò di cui abbiamo già parlato, il SdD vada usato con estrema parsimonia, aggiungendone un pizzico al pochissimo inchiostro per tracciare sigilli, come protezione durante rituali ed evocazioni e per dare forza ad altre sostanze (ma poco).
Lo so, lo so, il SdD è affascinante.
Ci leggiamo presto con Sandracca, Mastice di Chio, Ginepro e Cipresso Nero.
Sara
Leggi anche la VII^ parte
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