Chiacchiere

venerdì 13 novembre 2020

Oggi vorrei solo fare due chiacchiere, ne ho un po' bisogno, ho in mente anche un post polemico, arriverà, uno solo, prometto.
Devo cercare di essere meno prolissa.
Il tanto atteso e desiderato cambio di stagione mi ha fatto davvero bene, mi sto godendo l’autunno, anche se purtroppo sta già volando via. 
Mi godo ogni foglia gialla che cade, la luce tenue, ogni cinguettio, ogni filo di fumo di legna, ogni mattinata di nebbia.
Quando torno dal lavoro infilo un vecchio golf e le ciabatte da giardino, afferro la scopa e mi fermo fuori a pulire, sbatto lo zerbino e metto uno straccio pulito, tolgo i crisantemi appassiti; mi attardo, almeno un ora,. 
Faccio due chiacchiere con la Carla che passa con il suo cagnolino Tequila detto “Tetè”, con l”Eugenio che va a messa, con la Cristina che ritira il bucato steso e con l’Antonella che esce per afferrare un ciocco dalla legnaia.
L'argomento è quasi sempre il solito, tutti mi chiedono com’è la situazione e io scrollo la testa...
Spazzolo la gatta e do biscottini a Ciacione, cammino fino in fondo al cortile, porto la spazzatura sulla strada.
Prendo la bicicletta e vado fino al cimitero a salutare il Babbo, faccio il giro del ponte della ferrovia, è solo un chilometro: le sensazioni di questo momento dell’anno sono impagabili ma fuggevoli, e ci vuole un anno prima che ritornino
.

Mi sono procurata la caffettiera francese (quella col filtro a pressione), era già un po’ che ci pensavo e mai decisione fu più saggia, ho la macchinetta per il caffè americano da due decenni e a desso le alterno, mi faccio una bella tazzona di caffè e la sorseggio fuori, seduta su un consuntissimo sgabello da giardino a godermi l’autunno.
Sono una discreta lettrice, è un’attività che non interrompo nemmeno d’estate, ma ci sono periodi in cui, causa l’esperienza di libracci orrendi, mi va di leggere solo l’etichetta del balsamo.
Come per il cinema, anche per le letture apprezzo diversi generi. Ultimamente ho letto “I promessi sposi” per la terza volta (compresa la scuola superiore, ma a 15 anni non volevo leggere, volevo sposare Simon Le Bon). Poi mi sono divertita un mondo con “La Quadrilogia di Bartimeus”, la storia di un Jinn di cinquemila anni che ne combina di tutti i colori. Ieri invece ho finito “La lettera scarlatta” di Hawthorne, uno dei miei scrittori preferiti, la storia è noiosa, ma la scrittura è magistrale.
Adesso sono in quel momento per me spiacevole dell’iniziare un nuovo libro, che come tutti i cambiamenti mi destabilizza (sì, ho diverse psicopatologie). Ho alcuni libri sul Kindle, per esempio “Dracula” di Bram Stoker, “I racconti del Necronomicon” di Lovecraft o “Queste oscure materie” di Pullman (che è già un po’ che rimando). 
Il bello è che ciò che c’è sul mio dispositivo c’è anche su quello di Dredd, si mischia tutto e a dire il vero, a me, gialli e polizieschi non fanno impazzire.

È il momento dell’anno in cui I lavori stregoneschi rallentano, e il fatto che la terra cominci a riposarsi mi da un ulteriore senso di serenità.
Adesso le attività si spostano in casa, in questo periodo di “riposo” si possono ordinare e correggere gli erbari, mettere a posto gli appunti dell’anno, approfondire un argomento, iniziare uno studio nuovo, iniziare un periodo di introspezione in cui fare un bilancio della nostra vita in quanto praticanti del culto a cui ci dedichiamo.
Anche semplicemente fare lavoretti “pagani” (la mia adorata amica Ilaria è bravissima e mi sta insegnando ad usare meglio il pirografo).
Da adesso al solstizio di inverno c’è un mesetto per l’inchiostro ferro gallico, in gennaio ci saranno le candele.
Ciò che mi dispiace adesso è non poter vedere gli amici cari dell’Accademia.
Sara


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