Rune futhark: libri e introduzione

sabato 7 novembre 2020

Parlando di Rune (Futhark) si tratta di argomento vastissimo, che non può certo essere liquidato con quattro nozioni, tre immagini e due giochi divinatori e che richiede studio e quindi tempo.

Ne possiedo diversi set: di legno, di sasso e di pietre semi-preziose, le ho studiate molto, capite meno e usate poco, ma non le ho mai abbandonate.
Avevo in casa due libri sulle rune:

Rune frammenti di Stelle” di S Benetton - Ed. Cerchio della Luna

É un libricino più che tascabile che, dopo una breve introduzione sull'esperienza dell'autrice con i simboli, riguarda un aspetto più meditativo che divinatorio, ma anche questo può essere di certo apprezzato.

Il nuovo libro delle rune” di R. Blum - Hobby&Work Italiana Editrice

                               

È decisamente più completo (conteneva anche un bel set di rune) anche se non esaustivo, fa un po’ di storia/mitologia/archeologia, prende in esame l'esperienza dell'autore con la meditazione ed infine l'oracolo vero e proprio.

Entrambi prendono in esame la venticinquesima runa, quella bianca/vuota detta “di Odino” e in entrambi c'è ancora il prezzo in Lire Italiane O_O

Quando, dopo così tanti anni ho riletto la sezione delle rune sul MaterTerra e ho preso in mano questi due libri per riscriverla, mi sono sembrati “inadeguati” e così mi sono procurata:
Runemal- Il grande libro delle rune di Carmignani Bellini - Ed. L'Età dell'Acquario

È un grosso librone che prende in considerazione l'argomento da molti punti di vista e che, per quanto mi riguarda (e mi serve), tratta l'argomento in modo fin troppo vasto. Leggendo diverse recensioni su altrettanti siti, c'è chi lo considera una bibbia indispensabile, chi lo crede inesatto: quale sia la verità, probabilmente non lo sapremo mai.
Il libro inizia con un'introduzione storica, quindi (la parte che mi ha interessato di più) mette in relazione le rune vichinghe (Futhark) con altri “alfabeti” indoeuropei.
Continua prendendo in considerazione altre notazioni “runiche” dilungandosi esageratamente su Antico Futhark, Futhork Anglosassone, Futhork Giovane, r. Gotiche, Ungheresi, Siberiane, Armaniche, Segrete e molte altre, includendo infine anche il Cirth, cioè la notazione inventata da Tolkien per le lingue dei suoi libri e qui devo dire che ho “storto un po’ il naso”..

La parte di descrizione dei simboli e degli archetipi associati che segue, è a dir poco poderosa, l'argomento viene sviscerato da molteplici angolazioni (storico/mitologico/religioso/meditativo/archetipico/tradizionale) e un'altra cosa che mi è piaciuta molto, è che nella descrizione dei simboli, l'autore usa un filo conduttore, come se un simbolo fosse il proseguimento dell'altro in una ipotetica visione della vita, dei problemi e delle motivazioni che ci spingono a risolverli per migliorarci.
Il libro non prende in considerazione la venticinquesima runa, nemmeno vi accenna.
Qualche tempo dopo, eravamo nella storica Libreria Esoterica Arethusa a Torino e mi cade l'occhio su:

Questo è un libro adatto a chi è più interessato alla parte delle tradizioni nordiche, piuttosto che alla studio delle rune.

Ma torniamo all'inizio.
Per un attimo mi sono chiesta se fosse il caso di continuare a studiare un argomento “apparentemente” nemmeno riconducibile alle tradizioni italiche, ma ma ma..

Da quando abbiamo avuto accesso a internet e quindi i nostri “orizzonti stregoneschi” si sono allargati, ho sempre avuto una speciale attrazione per questi simboli “nordici”, e con la nuova esperienza di studio, ho appurato che la mia insolita attrazione per l'esotico, non è poi così strampalata.

Però, solo per elaborare qualcosa di decente, non troppo scarno ne troppo vasto e particolareggiato per il primo simbolo, ci ho messo una settimana; terminare l’argomento in un solo post avrebbe richiesto un'eternità.
Quindi alla fine ho pensato che è meglio che condivida ogni mio “progresso” nello studio di questo “linguaggio”, in modo che chiunque abbia cognizione possa correggere, integrare e portare il proprio contributo/esperienza.

RUNE - FRAMMENTI DI STELLE

Al principio era il tempo:
Dio vi dimorava;
non c'era ne sabbia ne mare
ne gelide onde;
terra non si distingueva
ne cielo in alto:
il baratro era spalancato
e in nessun luogo erba.

Edda Poetica - Profezia della veggente

Si narra che il Dio Nordico Odino, per apprendere l'arte delle rune e quindi la saggezza, immolò se stesso rimanendo appeso al frassino Yggdrasill, l'albero cosmico della vita (o del mondo), oscillando al vento per nove giorni e nove notti, ferendosi con il filo della sua stessa spada, quando dalle radici dell'albero, immerse in un pozzo di saggezza, ricevette le rune e che, disceso dall'albero e divenuto saggio a sua volta, le incise su legno, pietra, osso e zoccolo di cavallo.

In realtà le rune sono un antico alfabeto nordico giunte fino a noi grazie a numerosi ritrovamenti che vanno dalla Scandinavia a molte parti d'Europa sino a giungere nelle Americhe. Probabilmente i simboli non hanno mai dato vita ad una lingua parlata ma venivano usati per la divinazione, per incidere il metallo (elmi e spade) e grandi steli di pietra.
I sacerdoti tramandavo oralmente i loro segreti, quindi questi non sono sopravvissuti al tempo, in più, dal Medioevo in poi, con il definitivo tracollo del paganesimo, le rune vennero degradate dall'intolleranza religiosa e, aboliti e assorbiti gli antichi culti, feste e divinità, ad opera della demonizzante propaganda cristiana, le rune, insieme a scopa e calderone, diventarono i giocattoli delle streghe. UNA, SANTA, CATTOLICA E APOSTOLICA (…)

Pare quindi che, come si può immaginare, le rune derivino da simboli più antichi diffusi in ampie zone di tutta l'Europa da stanziamenti di popolazioni indoeuropee, nei cui simboli vi fu una radice comune, che furono uno l'evoluzione dell'altro, che i popoli viaggiavano e migravano e che portavano la propria notazione nel luogo dove andavano e che questa veniva assimilata ed adattata, che mutava e che a sua volta veniva diffusa.

Per quanto riguarda la notazione Futhark (acronimo delle iniziali delle prime sei rune: Fehu, Uruz, Thurisaz, Ansuz, Raido, Kenaz), che inizialmente era formato da ventiquattro segni e che è quella prevalentemente diffusa e usata oggi , vi sono diverse teorie: forse derivano dall'alfabeto fenicio, o forse da quello greco.. (Quando ho letto questo passaggio ho finalmente capito la mia insolita attrazione verso qualcosa di non italico. Sul libro di storia alle scuole medie, c'era uno specchietto con l'alfabeto fenicio e io lo avevo imparato per tenere i miei affari lontani dai curiosi..), ma più probabilmente derivano da una scrittura appartenente al gruppo delle cinque principali varietà di alfabeto italico settentrionale derivato dall'alfabeto etrusco.

E parlando di storia e mutazioni alfabetiche potremmo scrivere per ore, ma nemmeno questo è il mio intento e spiegarvi quale sia non è così facile.
Quando ho saputo dell'esistenza delle rune e le ho maneggiate per la prima volta, ho sentito subito il loro “potere magico”.
Sperimentare concretamente il vero presente, per la maggior parte di noi è estremamente difficile perché per nostra natura umana, sprechiamo buona parte della nostra esistenza soffermandoci sui rimpianti del passato e fantasticando sul futuro; eppure ci capita spesso di vivere il presente anche per brevi attimi, (ad esempio quando perdiamo un oggetto caro legato al passato, una fotografia, o delle pagine di diario), ma non ce ne rendiamo conto.
Quando camminiamo lentamente o guidiamo per lunghi tratti ci mettiamo quasi automaticamente a riesaminare idee e pensieri.. Poi all'improvviso ci “svegliamo”, molti chilometri dopo, senza nemmeno esserci resi conto del vento, degli alberi o di aver respirato l'aria.
Le rune mi danno il “potere” di ancorarmi al presente, di godere del momento temporale, di vedere e sentire ciò che mi sta attorno e quando ho imparato a farlo, ho capito cos'è veramente la magia. Le rune fanno si che il fruscio che sovrasta e confonde la mente, lasci il posto al silenzio che mi tiene ancorata all'attimo presente.
È un esercizio per niente semplice, che riesce solo se nella nostra vita spirituale ci consideriamo sempre e solo all'inizio e non desideria
mo continuamente correre avanti.
Quando infine sperimentiamo il vero presente, ci rendiamo conto che le cose, accadono qui e ora.

Perché io sono colei che è prima e ultima
Io sono colei che è venerata e disprezzata,
Io sono colei che è prostituta e santa,
Io sono sposa e vergine,
Io sono madre e figlia,
Io sono sterile eppure sono numerosi i miei figli,
Io sono donna sposata e nubile,
Io son Colei che da alla luce e Colei che non ha mai partorito,
Io sono colei che consola dai dolori del parto.
Io sono sposa e sposo,
e il mio uomo nutrì la mia fertilità,
Io sono madre di mio padre,
io sono sorella e marito,
Ed egli è il figlio che ho respinto.
Rispettatemi sempre,
Poiché io sono colei che da scandalo e colei che Santifica.

Inno ad Iside,
rinvenuto ad Nag Hammadi, Egitto,
risalente al III-IV secolo a.C.


CONSULTARE LE RUNE
E dopo tanta teoria (cosa in cui sono molto portata), a descrivere la pratica mi trovo in difficoltà, pertanto vado a sfogliare nuovamente i tre libri in mio possesso, e mi viene la faccetta con la bocca tutta curve tipo così: : -S

“Determinate ore del giorno.. ..incenso.. ..candele.. panno di velluto nero, viola, rosso, fucsia, leopardato.. ..preparazione psicologica/concentrazione/preghiera.. .. meditazione con i simboli.. ..respirazione..

Io credo una cosa sola: le rune non sono come i Tarocchi, non predicono il futuro, ma chiariscono la situazione al momento presente: solo quando nella nostra mente c'è il silenzio di cui sopra, allora si estrae il primo simbolo.
Una bella frase del secondo libro dice:” La runa giusta sa farsi riconoscere dalle mie dita"
Le domande da porre sono quelle che si riferiscono all'opportunità e/o alla tempestività di un'azione.
Per esempio, invece di chiedere: “Dovrei porre fine alla mia relazione?” Dichiarare: “Il problema ORA è la mia relazione”. Invece di chiedere: “Dovrei accettare questo nuovo lavoro?” Dichiarare: “Il problema ORA è il mio lavoro.
È questione di "focalizzare” il problema e non la domanda: pensateci, è MOLTO diverso.
Se non abbiamo un problema specifico, ma desideriamo un quadro generale della situazione, potremmo dichiarare: “Che cosa devo sapere IN QUESTO MOMENTO riguardo la mia vita ADESSO?” Di solito la risposta è istruttiva.

Lettura
Nove rune hanno la stessa lettura indipendentemente da come vengono estratte, le altre sedici si possono “ricevere” dritte  o  capovolte.
Ricevere una Runa capovolta, indica che le qualità contenute nel segno, sono presenti nell'aspetto negativo, inespresso, bloccato.
Per esempio, ricevere Ehwaz, la runa del movimento capovolta, sposta l'attenzione del consultante verso gli aspetti di quella situazione che potrebbero precludere qualunque movimento, oppure indicare che in quel momento è inopportuno muoversi o agire.
La comparsa di una runa capovolta non è motivo di allarme ma segnale che sono richieste cura ed attenzione nella nostra condotta, oppure che dobbiamo considerare alcuni aspetti della nostra vita o del nostro comportamento che fino ad ora abbiamo evitato.

Costruire le proprie rune?
Sull'onda di un attacco collettivo di faidate altamente infettivo e grazie anche al meraviglioso
sito della cara Baubo (che purtroppo non c'è più), per un po’ di tempo tutti hanno fatto la corsa a costruirsi il proprio set di rune. Potrebbe essere un'idea, ma in qualunque modo intendiamo farlo, deve essere un'occasione per il suddetto “ancoraggio al presente”.
Non vorrei però che l'ansia di non essere in grado di meditare, precludesse alla fine ogni nostra azione e ci facesse desistere dall'impresa qualunque essa sia.
Proviamo a considerare meditazione/concentrazione/ancoraggio al presente, anche azioni semplici come sottolineare la frase di un libro, curare una pianta, preparare la cena o lavare l'auto.  Realizzare il nostro set di rune può costituire una piacevole e profonda meditazione.

Tenere un diario
Non considero le rune un metodo divinatorio così facile da assimilare, come in tutte le cose ci vuole passione e dedizione, l'intuizione invece, secondo me si acquista solo con il tempo.
Quando si stabilisce una metodologia di lavoro con le rune e si hanno dei riscontri, è utile annotare e registrare le indicazioni che se ne ricevono. Tenere un diario durante il cammino della stregoneria (non solo sulle rune) è qualcosa che si consiglia sin da subito e che, almeno per quanto mi riguarda, può continuare per sempre (io, andando a cercare, so cosa ho fatto e che tempo faceva un giorno anche di molti molti anni fa). Giorno, ora, situazione generale della nostra vita in qual momento, estrazioni, breve interpretazione. Tenere questi dati ci consente di seguire e verificare la qualità dei progressi fatti nel corso del lavoro con le rune.

Una runa ci guida nella giornata
Estrarre una runa la mattina, registrarla sul diario e lasciare che ci faccia da guida nella giornata, annotare ciò che ne è derivato la sera.
Annotare tutto ci aiuta ad acquisire maggiore familiarità con l'oracolo e con il tempo ci consentirà di valutarne l'accuratezza nella sua funzione di guida. Una volta raggiunta una certa disinvoltura, si possono sperimentare metodi nuovi e/o più articolati.

Qui finisce questa lunga introduzione alla divinazione con le rune.
Ovviamente ci sarebbero decine di pagine da scrivere, ma non voglio di certo sostituirmi a chi studia la tradizione nordica e che quindi fa delle rune non solo un oracolo ma un archetipo della vita stessa. E sinceramente credo che il mio interesse sulle rune si esaurisca in questo modo (E menomale perché a scrivere questa introduzione ci ho messo “solo” otto giorni).

Continueremo questo viaggio un simbolo alla volta poi mi direte se le rune vichinghe non vi sono sembrate magiche.

Per la parte storico/mitologica mi sono servita dei tre libri citati all'inizio.

Sara


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